“Olea, quae prima omnium arborum est”.
(Lucio Giunio Moderato Columella, De Re Rustica, V, 8, 1 , I secolo d.C.)
Il 26 novembre è una data importante, perché ricorre la “Giornata mondiale dell’olivo”, che è stata riconosciuta il 26 novembre 2019 dall’Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) con una mozione approvata all’unanimità, su proposta congiunta di Libano e Tunisia. L’interesse è quello di proteggere la pianta dell’olivo, da sempre considerata simbolo di pace, saggezza e civiltà. Le sue origini si perdono nel tempo e affondano le radici nel sacro e nel mito di intere popolazioni. Quest’anno il Consiglio Oleicolo internazionale (COI) dedicherà un seminario in videoconferenza “Il futuro del settore dell’olio d’oliva” in onore proprio dell’olivo, «simbolo universale di pace e armonia con radici nel Mediterraneo». La dichiarazione della Giornata mondiale dell’olivo, spiega una nota del Coi, contiene un appello ai governi e alle popolazioni di tutto il mondo «a scegliere l’albero dell’olivo come protettore della nostra terra». Nella dichiarazione viene evidenziato «il ruolo chiave dell’olivicoltura nello sviluppo economico e sociale sostenibile di alcuni Paesi, ma anche la sua importanza come parte della soluzione nella lotta al cambiamento climatico e al riscaldamento globale».